La Quinta Sezione penale della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 1172 del 13 gennaio 2021, ha affermato che, ai fini della valutazione in ordine alla configurabilità del delitto di atti persecutori, legittimamente sono annoverabili tra le condotte rilevanti le ingiurie rivolte dall’agente alla persona offesa in specie in luoghi pubblici o alla presenza di terzi, qualora le stesse, considerate nel complesso, assumano consistenza, ripetitività ed incidenza tali da conferire loro una connotazione molesta, idonea a determinare, unitamente ad altre condotte aggressive contemplate dall’art. 612-bis cod. pen., uno degli eventi tipici del reato.
Di seguito la sentenza: